Come si smaltiscono le lampadine a basso consumo?

Torino, 31 maggio 2008

Inizio subito col dire che una spiegazione relativa alle definizioni ed ai vari tipi di lampadine la si trova sul sito TopTen (in questa pagina), della Svizzera italiana, che fornisce una descrizione estremamente particolareggiata di tutte le tipologie di lampadine, dei loro consumi e delle loro caratteristiche.

Come è noto, le lampade a basso consumo consumano l’80% in meno rispetto alle lampadine a incandescenza. È invece un po' meno noto che è necessaria una maggiore energia per la loro costruzione, tuttavia, siccome la loro durata è nettamente superiore, in media, alla durata di una classica lampadina ad incandescenza, si può dire che, per quanto riguarda le fasi della loro costruzione e della loro vita, tali lampade hanno un bassissimo impatto ambientale e contribuiscono in modo sostanziale al risparmio energetico.

Proprio per questo motivo, l’offerta e la qualità delle lampadine a basso consumo sono entrambe, negli ultimi tempi, cresciute a dismisura, così come si sono moltiplicati gli inviti ad utilizzarle (si veda, ad esempio, questo articolo apparso su Repubblica nel febbraio 2008). In diversi Paesi si parla di mettere al bando le "vecchie" lampadine ad incandescenza in un prossimo futuro. Ad esempio, alla fine del 2007 il Governo italiano ha stabilito la completa sostituzione delle lampade ad incandescenza a partire dal 1° gennaio 2011. Dopo l'Irlanda, l'Italia è il secondo Paese UE ad aver fissato l'addio alle incandescenti. Fuori dall'Europa, iniziative analoghe sono state annunciate da Australia, Cina e Usa.

Per quanto riguarda, invece, il loro smaltimento, le notizie sono molto meno precise. Pochi, infatti, sanno che queste lampadine devono essere smaltite tramite la raccolta differenziata, obbligatoria per legge, come del resto accade per tutti gli apparati elettrici ed elettronici come computer, telefonini, fotocopiatrici, televisori, radio, elettrodomestici. Perché? Il motivo è che contengono mercurio, argon, fosforo, materiali plastici, oltre che vari circuiti elettronici al loro interno. Tutto ciò richiede pertanto, per evitare danni all’ambiente, che esse siano "rottamate" in appositi centri di raccolta. Infatti, dal novembre 2007 il decreto ministeriale 185/2007 ha reso operativo il decreto legislativo 151/2005 che disciplina proprio lo smaltimento di questo tipo di prodotti. Quindi, dirà qualcuno, è vero che queste lampade a basso consumo inquinano, se hanno bisogno di un trattamento particolare per buttarle. Del resto, inquineremmo l’ambiente anche se gettassimo un televisore sul greto di un fiume o un computer in una scarpata oppure un vecchio telefono cellulare dentro al secchio dell’immondizia. il problema è sempre il solito: quando si calcola l'impatto energetico di qualsiasi prodotto, non si tiene mai conto dell'energia e delle risorse necessarie per lo smaltimento del prodotto stesso.

Purtroppo, il fatto che esista un decreto ministeriale non implica automaticamente né che sia definito il metodo dello smaltimento, né che chi deve preoccuparsi dello smaltimento stesso sappia come si deve fare. Perché anche questo fa parte delle leggi all'italiana: prima si fa la legge (e, come vedremo, si paga), e poi si dice come fare.

Come dicevo, si sa veramente poco su tale problema. A ben vedere, sulle confezioni, esiste un minuscolo disegnino che fa vedere un cestino sbarrato, vale a dire non gettare tra i rifiuti indifferenziati. Ma, innanzitutto, il disegno è troppo piccolo, e rischia di passare del tutto inosservato. Inoltre, come è stato fatto notare da Altroconsumo, non sono molti coloro che conoscono il significato dei simboli presenti sulle varie confezioni. Infine, la domanda resta: come si fa a smaltirle?

Abbiamo detto che la legge dice che le lampadine a basso consumo usate e non più funzionanti fanno parte dei rifiuti speciali. Questa dicitura concerne in particolare le lampadine a basso consumo energetico e quelle fluorescenti (al neon), ma anche lampade speciali come ad esempio quelle ai vapori di mercurio, lampade LED o tubolari da solarium. Si veda questo sito.

Inoltre, dal 2005, una legge dell'Unione Europea fa sì che anche le lampade e i dispositivi d’illuminazione dovrebbero sottostare, come gli elettrodomestici, all’obbligo di ritiro gratuito presso tutti i punti vendita (non è ben chiaro se "uno contro uno" o no, ma come vedremo il problema è un altro). Per finanziare il riciclaggio, si paga (a partire dal 2007, quindi paghiamo già da un anno!) una tassa di riciclaggio anticipata, di circa 22 centesimi, in media, più IVA per lampada. In questo modo, tutte le vecchie lampadine a basso consumo energetico potrebbero e dovrebbero essere smaltite solo attraverso i punti vendita.

Il problema è che nessun punto vendita le accetta, perché la legge c'è, ma nessuno ha detto come si deve fare lo smaltimento, ed i negozi rifiutano di riempirsi di lampade usate che non sanno dove buttare (il rischio è che poi le buttino nell'immondizia). si veda anche, al riguardo, questo articolo apparso sul Corriere della Sera. 

Effettivamente, scavando nei decreti legislativi, si trova che, a partire dal lontano ottobre 2004, è stato creato il Consorzio Ecolamp per il recupero e lo smaltimento di apparecchiature di illuminazione. Scopo principale di questo Consorzio, che non ha fini di lucro, è proprio l'implementazione di un sistema di raccolta e smaltimento collettivo delle apparecchiature di illuminazione a fine vita (si veda questo sito). I produttori si sono riuniti nel consorzio Ecolamp per riciclare il riciclabile e smaltire correttamente il resto. 

Però i produttori si sono affidati alle piazzole ecologiche dei Comuni per la raccolta differenziata. Significa che gli utenti debbono portar lì le lampadine fuori uso. Che cosa sono le piazzole ecologiche? Le piazzole ecologiche, anche chiamate isole ecologiche, sono le zone del territorio cittadino in cui sono posizionati i raccoglitori delle varie tipologie. credo che chiunque ha notato che non esistono i contenitori di lampadine a basso consumo. Una sentenza del del 28 settembre 2005 (si veda questo sito) recita che l’attività gestita dal comune nella “piazzola ecologica” si qualifica come “deposito preliminare” in vista dello smaltimento o come “messa in riserva” in vista del recupero e non già come “deposito temporaneo”, atteso che quest’ultimo è ipotizzabile soltanto se avviene nel luogo di produzione dei rifiuti, mentre per i rifiuti domestici tale luogo è individuabile nell’insediamento adibito a civile abitazione. Ne consegue che la competenza dei comuni a curare la gestione dei rifiuti urbani e assimilati e a disciplinarla con appositi regolamenti comunali ai sensi dell’articolo 2 D.Lv. 22 del l997, non configura alcuna deroga alla disciplina di cui ai capi IV e V del titolo I dello stesso decreto: in particolare non esonera gli stessi comuni che intraprendono operazioni di smaltimento o recupero, anche nella forma incoativa dello stoccaggio, dall’obbligo di munirsi del necessario titolo abilitativo. In effetti, ci sono i contenitori della carta, della plastica, del metro, ma non quelli delle lampadine. Sinceramente, a me sembra assurdo che i raccoglitori delle batterie usate si trovino nei negozi, mentre quelli delle lampadine a basso consumo debbano trovarsi nelle piazzole ecologiche. Tra l'altro, c'è un ulteriore problema, se uno ci pensa bene. Se anche ci fosse un contenitore in cui io posso buttare una lampadina a basso consumo usata, come quello del vetro, quando io vi inserisco la lampada, questa, cadendo, si romperà, disperdendo i suoi gas nell'aria. Non sarebbe molto ecologico!

Comunque, diciamo che questa è la legge attuale. Purtroppo, non tutti i Comuni la conoscono: il comune di Cagliari, ad esempio, invita a gettare le lampadine a risparmio energetico nella raccolta indifferenziata (si veda in questa paginail messaggio del 3 luglio 2007 delle 4:16 PM). Anche il comune di Pontedera dava inizialmente lo stesso invito, ma successivamente, su richiesta di alcuni cittadini, ha "ritrattato" il consiglio invitando i cittadini a pazientare in attesa di predisporre opportuni punti di raccolta (qui il link). 

Insomma, la confusione regna sovrana. Se le istituzioni hanno le idee confuse, si può immaginare come le debbono aver confuse i comuni cittadini. E, quindi, si può anche immaginare quante lampadine a basso consumo finiranno nella raccolta indifferenziata, cioè nella comune immondizia.

Meno male che, almeno, le lampadine "ad alto consumo" (le normali lampadine a incandescenza e quelle alogene), invece, possono essere smaltite come i normali rifiuti domestici.


Lampada a basso consumo (Fonte: blogeko)

Lampada a basso consumo (Fonte: forzecasa)

Lampoadina ad incandescenza (Fonte: imageshack).

Lampadine a basso consumo di forma simile a quelle tradizionali - i lrisparmio energetico è però inferiore a causa della dispersione di luminosità (Fonte: IKEA).

LED (Fonte: vivacompra)

La piazzola ecologica di Imperia (Fonte: riviera24)

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