Il film ed il libro di Al Gore "una scomoda verità"

Torino, 11 febbraio 2007

É uscito all'inizio del 2007 (con estremo ritardo: negli USA fu presentato a maggio 2006) a Torino il film di Al Gore "una scomoda verità", titolo originale "an inconvenient truth", per una volta tradotto letteralmente. Sono andato a vederlo, incuriosito dall'inconsueto connubio tra il personaggio, un politico, ed il tema, il clima. Ho anche preso il libro, in versione originale, per una lettura più attenta.

Diciamolo subito, all'inizio ero molto scettico. Generalmente, esperienze precedenti mi facevano dubitare parecchio sul livello scientifico e sulla qualità del messaggio comunicato. Eppure, di questo film se n'era parlato ottimamente, anche se su internet avevo letto delle critiche al doppiaggio in italiano.

Bene, la visione del film e la lettura del libro mi hanno invece confortato parecchio. Ovviamente non avevo dubbi che Gore fosse un ottimo comunicatore: un personaggio che rischiò di diventare il numero uno del mondo lo doveva essere. Ne avevo invece più di uno sulla qualità delle affermazioni fatte, e la visione del film, così come la lettura del libro, le hanno fugate. Per inciso, il doppiaggio mi è sembrato buono (non ho visto la versione originale del film, ma ho letto il libro in lingua inglese).

Come un film-documentario, "An Inconvenient Truth" passa in rassegna i dati e le previsioni degli scienziati sui cambiamenti climatici, inframezzato da eventi della vita personale di Gore. Nel film e nel libro, Gore parla in modo semplice ma tratta i temi più attuali della climatologia moderna ed elenca le prove che evidenziano il riscaldamento globale in atto e l'evidente influenza antropica su di esso. Nel film, vengono confutate le tesi di coloro che sostengono che il riscaldamento globale sia una falsa minaccia. Alcuni punti chiave del film sono i rischi che sarebbero comportati dallo scioglimento dei ghiacci Antartici e della Groenlandia (per esempio l'innalzamento di circa 6 metri delle acque oceaniche, che costringerebbe oltre 100 milioni di persone ad abbandonare la propria terra), le variazioni di temperatura e dei livelli di CO2 nell'atmosfera negli ultimi 600.000 anni. Gran parte degli studi degli scienziati a cui Gore si riferisce sono quelli condotti dall'IPCC, l'"Intergovernmental Panel of Climatic Change", il consesso di scienziati studiosi del clima creato nel 1988 dall'ONU. Gore parla da esperto, e del resto già nel 1992 aveva pubblicato il libro "Earth in the Balance: Ecology and the Human Spirit" sugli stessi temi.

Uno dei lati positivi di questo libro/film è che Gore, oltre ad esporre una serie di dati scientifici inattaccabili, cerca anche di dare delle risposte alla domanda su come affrontare il riscaldamento globale del pianeta. E lo fa suggerendo dei rimedi semplici, alla portata di ognuno. Sottolinea anche che la soluzione di un problema simile non può che essere globale e derivare dall'azione dell'umanità intera, e quindi di ciascuno di noi. Gore è infatti convinto che gli effetti tragici del riscaldamento globale possano essere scongiurati attraverso una cooperazione a livello globale, e una serie di comportamenti dei singoli individui, per ridurre le emissioni di anidride carbonica nell'atmosfera. E' per questo che Gore invita tutti gli spettatori del documentario ad agire, con una serie di abitudini che possono aiutare a combattere il problema.

Al Gore è molto polemico anche con i mass media che spesso presentano scenari diversi dalla realtà ed ingigantiscono le normali controversie scientifiche che in realtà sono il sale della scienza, portando a credere che esista disaccordo laddove invece c'è un consenso unanime. Infatti, Gore porta un esempio di come tutti gli articoli pubblicati su riviste scientifiche concordino che sia in atto un cambiamento climatico, mentre solo il 47% degli articoli pubblicati sui media è dello stesso parere.

Non ho trovato pecche nel film, neanche dal punto di vista scientifico. Forse, soltanto l'enfasi data sull'ipotesi della possibile interruzione della corrente del Golfo a causa della fusione dei ghiacci della Groenlandia mi è parsa un po' esagerata, visto che tale teoria non è ancora confermata.

Ho consigliato la visione di questo film e la lettura del libro a tutti coloro che ho incontrato. Spero che gli spettatori del film siano stati più dei dieci che erano in sala con me durante la proiezione. Peccato che chi decide le programmazioni dei film a Torino non abbia lasciato per più tempo questo film. Soltanto due settimane di programmazione mi è sembrato un tempo davvero minimo, specialmente pensando che certe porcate che vengono trasmesse rimangono in visione per mesi... Comunque, per fortuna il libro esiste ancora e nelle librerie lo si può trovare, magari un po' impolverato.

Recentemente sono apparse sui media italiani alcune critiche sul personaggio Gore, secondo le quali Gore vivrebbe in un palazzo il cui consumo di risorse equivarrebbe a quello di un grosso paese. Insomma, anche lui farebbe parte della grande schiera di politici che predicano bene ma razzolano male. Che dire? Non so se le fonti sono attendibili. Non conosco personalmente Al Gore, ma sinceramente debbo confessare che mi piace molto il messaggio che emerge dal suo libro e dal suo film.

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