Premio Nobel per la pace all'IPCC e Al Gore

Torino, 12 ottobre 2007

Oggi il premio Nobel per la pace è stato conferito congiuntamente all'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) e ad Al Gore con la seguente motivazione: "Per i loro sforzi per costruire e diffondere una conoscenza maggiore sui cambiamenti climatici provocati dall'uomo e per porre le basi per le misure necessarie a contrastare tali cambiamenti".

In particolare, l'IPCC è un Comitato dell'ONU, con cui collaborano migliaia di scienziati, che pubblica rapporti periodici sullo stato della scienza del clima e sui suoi risultati recenti, come si può vedere direttamente collegandosi alla pagina principale.

Al di là delle solite polemiche che si ripresenteranno sulla "politicizzazione" dei Nobel per la pace dati dall'Accademia svedese, in particolare per quanto riguarda il personaggio "Al Gore", ritengo che tale premio sia un giusto riconoscimento anche per tutti gli scienziati che più o meno attivamente in giro per il mondo si prodigano per rendere disponibile la migliore informazione scientifica sul clima, informazione non estemporanea, ma che abbia passato il vaglio delle riviste e dei migliori specialisti del settore.

L'IPCC rappresenta attualmente la massima autorità del mondo per quanto riguarda la tematica del clima e dei cambiamenti climatici. Ricordo anche che gli scienziati che lavorano per l'IPCC sono dei collaboratori volontari, e vengono da tutto il mondo. La comunità dei climatologi che lavorano presso tale Comitato è quindi realmente globale e si occupa appunto di problematiche globali. Del resto, la scienza, e soprattutto meteorologia e climatologia, non hanno confini. Questi scienziati elaborano periodicamente una rassegna rigorosa e aggiornata di tutti i risultati di rilievo apparsi sulla stampa scientifica internazionale negli ultimi anni. Questo lavoro conduce ad ampi documenti di sintesi, che poi vengono rielaborati da delegazioni governative per fornire documenti più stringati contenenti indicazioni per i politici. Ritengo che proprio tutto questo lavoro sia stato premiato.

Al Gore si è fatto conoscere sin dai tempi della sua vicepresidenza (1993-2000) come un grande comunicatore. Negli ultimi anni (ormai, decenni) ha puntato la sua attenzione sui cambiamenti climatici e si è posto l'obbiettivo di comunicare questo argomento alle masse. E su un tema così cruciale (anche per la pace nel mondo) come lo stato del nostro clima, l'informazione diviene ancora più importante, così come è altrettanto importante non nascondere il significato degli studi dietro tecnicismi astrusi, ma renderlo fruibile a tutti.

L'assegnazione di questo premio rappresenta un evento positivo per tutto l'ambiente ed un segnale molto importante. È certamente vero che c'e' anche una matrice politica dietro questo gesto, tuttavia i cambiamenti climatici sono un argomento scottante (in tutti i sensi) e sicuramente parlarne in modo scientificamente corretto giova. 

L'associazione di Al Gore, un politico, con l'IPCC, un'organizzazione scientifica dell'ONU composta da scienziati di tutto il mondo, può a prima vista sembrare curiosa, ma in realtà, se ci si pensa, non lo è poi così tanto. Comunicare la scienza al pubblico è un mestiere difficile. Noi scienziati (intesi come categoria) spesso non sappiamo farlo troppo bene. Ben venga quindi se qualcuno è in grado di introdurre concetti importanti. 

Al Gore è un politico, e quindi avrà di certo il suo tornaconto in questa opera, tuttavia il suo film ed il suo libro, pur contenendo qualche piccola imprecisione, è un tentativo a mio avviso molto lodevole e riuscito di spiegare dei concetti difficili, non soltanto legati al clima. Non dimentichiamo neppure che Al Gore, da politico, non ha una preparazione di base scientifica pari a quella di uno scienziato. Anche se, negli USA, la preparazione scientifica dei politici è notevolmente superiore a quella dei politici nostrani (quante volte, a mo' di esempio, abbiamo sentito affermare alcuni dei nostri politici che, votando loro, i cittadini avrebbero assistito ad un cambiamento epocale, non solo di 180° ma di ben 360°!). 

Tuttavia la capacità di Al Gore nell'affrontare tematiche scientifiche e la sua abilità nel rendere comprensibili dei discorsi complessi è notevole.  È chiaro che, agli occhi di un ricercatore, si possono riscontrare dei difetti nel modo di divulgare di Al Gore... Talora , pur basandosi su dati fondamentalmente corretti, eccede nelle semplificazioni, raggiungendo conclusioni troppo schematiche, oppure esagera con la spettacolarizzazione di certi eventi passati (Katrina...) in modo da colpire la "psiche" dello spettatore del suo documentario, più che il suo intelletto razionale, oppure ancora non ha sottolineato abbastanza i limiti di alcune indagini conoscitive, come quelle modellistiche. Tutto ciò è sicuramente vero, ma poco toglie al valore del suo lavoro di "sensibilizzazione".

È altresì importante sottolineare che il premio Nobel per la pace non è stato conferito soltanto ad Al Gore, ma anche all'IPCC (cosa che mi sembra sia un po' sfuggita ai media!). Io lo interpreto come un premio alla Scienza (IPCC) ed alla capacità di divulgazione (Al Gore).

Qualcuno ha un po' storto il naso dicendo che, in fondo, il premio Nobel è per la pace e non per la Fisica o per la Chimica. A queste persone vorrei ricordare che, proprio per questo motivo, il premio Nobel per la pace assume un'importanza maggiore. I cambiamenti climatici, infatti, potrebbero provocare delle ripercussioni anche di tipo politico ed economico a livello mondiale. Si pensi, ad esempio, alle notizie relative alla produttività agricola ed al possibile aumento dei prezzi del cibo, soprattutto per quanto riguarda i prodotti di base (grano, mais e riso). Prevenire gli effetti dei cambiamenti climatici è così un modo per assicurare una maggiore prosperità economica, una maggiore stabilità politica e, quindi, a tutti gli effetti può essere considerato uno strumento di pace. Ecco, penso che questa sia stata una delle vere motivazioni per l'aseegnazione di questo premio all'IPCC ed a Al Gore.

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