Torino, 3 febbraio 2008
Una delle foto in basso raffigura
l’isola antartica di re George, la più grande isola delle
Isole Shetland Meridionali, che si trova a 120 chilometri dalla costa
dell'Antartide (in particolare, della penisola antartica, cioè
il lungo lembo di terra che si affaccia all'estremo meridionale
dell'Argentina). Nelle altre foto vediamo immagini dei pinguini Adelia
(una specie i cui esponenti pesano in media 4-5 Kg): in una di esse se
ne vede uno covare l'uovo. Poco dopo (i pulcini nascono
nei mesi di novembre e dicembre) le uova si trasformeranno in pulcini.
Apparentemente, la scena sembra carina, ma i pulcini, dopo aver
imparato a nuotare,
circa 2-3 mesi dopo la nascita (quando diventano autosufficienti), si tufferanno nel mare gelato per cercare di pescare il loro cibo preferito, i krill. I krill sono una specie di crostacei: in media sono lunghi 6 cm, pesano 2 g ciascuno, e somigliano un po' ai gamberi. I krill vivono nelle acque gelide come quelle che circondano il polo sud.
Una comunità di pinguini Adelia nel loro habitat naturale (foto da softpedia) |
Un pinguino Adelia - il suo nome scientifico è Pygoscelis adeliae (foto da Wikipedia) |
L'isola
Antartica di re George (immagine da Wikipedia) è la
più grande delle Isole Shetland Meridionali e si trova a 120
chilometri dalla costa dell'Antartide, non lontana dalle coste argentine |
Un pinguino Adelia mentre cova il suo uovo (foto da Science Antarctica). |
L'Antartide (figura da Circolo Polare) |
Un krill (da questo sito) |
Una comunità di pinguini Adelia (da questo sito) |
Andamento del numero di pinguini Adelia su un'isola nei pressi dell'isola di re George (da questo sito) |
La circolazione termoalina (immagine da Wikipedia) |
In questo momento, quando cominciano a pescare,
iniziano a preoccuparsi moltissimo. Perché non trovano
facilmente il loro cibo: i krill. La scarsità dei krill, in
ultimi decenni, è ormai diventata cronica, per cui i pulcini
muoiono di fame. Una volta, quando i krill erano abbondanti nei mari
antartici, se ne potevano trovare anche 30.000 per metro cubo. Quando i branchi di krill apparivano nel mare, si poteva vedere il colore del mare cambiare da blu a blu-scuro.
I krill mangiano un tipo di plancton chiamato "Antarctic ice alga", che
vive nei mari gelidi. Negli ultimi decenni, a causa dell'aumento delle
temperature registrato anche nei mari antartici (si veda lo studio
pubblicato nel marzo 2006 dallo scienziato britannico John Turner su
Science - qui un riassunto e qui un report di National Geographic),
queste alghe non riescono più a riprodursi come facevano
precedentemente. Per questo motivo, i predatori del plancton
(i krill) sono diminuiti significativamente.
Inoltre, a peggiorare la situazione per i poveri pinguini Adelia,
essi non trovano più la terra adatta per fare i loro nidi. La
loro stagione della riproduzione è infatti l’estate
(antartica), cioè il periodo che inizia a novembre. Dopo
aver fatto l’uovo (normalmente una coppia di pinguini Adelia
produce un uovo al anno), il maschio e la femmina covano l’uovo a
turno su una terreno preferibilmente asciutto, sul quale erigono una
specie di barriera protettiva che costituisce il loro nido. A causa
dell'innalzamento delle temperature in Antartide, anche
l'umidità è aumentata (maggiore evaporazione) e quindi
cade una maggiore quantità di precipitazione, a volte
addirittura pioggia e non neve. D'inverno, al contrario, i pinguini
preferiscono a vivere sul ghiaccio asciutto (e non sulla neve fresca),
dal quale è più facile per loro scivolare e tuffarsi nel
mare per cercare i krill. Ma ultimamente nel semestre caldo piove
spesso e il ghiaccio fonde, lasciando il terreno umido, mentre nel
semestre freddo nevica di più ed il ghiaccio si ricopre di neve.
Poiché non trovano i krill e neppure un terreno sufficientemente
asciutto per riprodursi, i pinguini si stanno spostando verso la
penisola antartica, più a Sud, dove il clima appare più
adatto per loro. Infatti, le colonie nella penisola più a Sud
sono triplicate in numero negli ultimi 20 anni. Circa 20 anni fa,
invece, la popolazione dei pinguini Adelia sull’isola di re
George, dove si trovava la loro più grande colonia di tutta
l'Antartide, era di circa 15.000 unità. Attualmente, il numero
si è ridotto di due terzi, cioè è di 5.000
unità circa. La temperatura è aumentata, in media,
di 2,5°C in 50 anni! Un aumento così vistoso che non
permette più il formarsi del ghiaccio marino. "A Seul, a
dicembre il termometro segna valori in media sotto zero [°C] a
dicembre, ma in tale mese il termometro sito presso l'isola di re
George segnala +2/+3°C" è il commento degli scienziati
coreani che seguono il progetto Antartico del loro Paese nella loro
base, situata proprio in quella zona (si veda questo sito).
La zona della penisola antartica sembra risentire in modo particolare
del riscaldamento globale: lì infatti, d'inverno, l'incremento
medio di temperatura è 5,5 volte superiore a quello medio
globale. Nonostante ci siano altri fattori che potrebbero spiegare la
fusione dei ghiacci e l'innalzamento della temperatura, la più
chiara spiegazione resta quella dovuta all'effetto del mare.
L’acqua ha infatti una maggiore capacita termica rispetto
all'aria. Nelle aree equatoriali e subtropicali la radiazione solare
"scalda" sia l'atmosfera sia l'oceano. Le acque oceaniche subtropicali,
più calde e dense, si inabissano creando delle correnti profonde
(la circolazione termoalina) che si muovono (quasi sul fondo
dell’oceano) e trasportano l’acqua calda verso i mari del
polo Sud dove l’acqua viene "dirottata" ed inglobata dalla
corrente circumpolare Antartica.
Quando la corrente circumantartica lambisce la penisola antartica, si
genera un fenomeno di "upwelling" (risalita di acqua). Poiché
questa corrente viene deviata al largo della penisola stessa, un po' di
acqua calda fluisce verso la piattaforma di ghiaccio antartico, e
rimescolandosi riesce a cedere calore all'atmosfera.
Questa circolazione profonda oceanica sta così
portando acqua calda verso la penisola antartica: pochi metri
sotto la superficie del mare, la temperatura è di 4°C
anzichè vicina a 0°C. Gli studi più recenti ci dicono
che il ghiaccio di mare inizia a fondere più presto ed a
ricongelare più tardi; la stagione "estiva" senza ghiaccio dura
ormai oltre 85 giorni, e dal 1980 ogni anno ci sono dei giorni
dell'anno senza ghiaccio di mare.
Questa situazione ha portato un drastico cambiamento nell'ecosistema
della penisola antartica, e, di conseguenza, dell'intero polo Sud.
Ormai pare troppo tardi per invertire questa tendenza o per
alleviarne le consequenze. Speriamo che gli effetti del riscaldamento
globale non si facciano sentire anche nei territori dela penisola
antartica appena occupati dalla nuova colonia dei pinguini Adelia.
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