DATA 18/01/1995 PAGINA 3 TIPO TuttoScienze Titolo UNIVERSITA' Professori soltanto per anzianita' AUTORE FRE' PIETRO ARGOMENTI didattica, universita', insegnanti, progetto, leggi LUOGHI ITALIA SUBJECTS didactics, university, teacher, plan, law NELL'OTTOBRE scorso, proprio su questo giornale ebbi gial'opportunita' di sottolineare i gravi rischi corsi dalla cultura italiana a causa di un disegno di legge elaborato dal ministro Podesta'. Si trattava allora della ventilata soppressione del ruolo intermedio dei professori associati e il titolo attribuito al mio pezzo dalla redazione di ®Tuttoscienze¯ riassumeva perfettamente i timori miei e di innumerevoli altri docenti universitari: ®L'Universita' rischia di diventare Liceo¯. Riflessioni analoghe alle mie, ma assai piu' articolate, approfondite e autorevoli furono allo stesso tempo sottoscritte in varie sedi da numerosi docenti e ricercatori e sottoposte all'attenzione, sia del ministro Podesta', sia del Parlamento, nella persona del presidente la competente commissione del Senato. Queste prese di posizione hanno ricevuto attenzione anche da alcuni quotidiani. La reazione del ministro dell'Universita' e della Ricerca scientifica agli appelli di tutto il mondo accademico e' contenuta nel nuovo disegno di legge elaborato qualche giorno prima della caduta del governo. Essa sarebbe assolutamente incredibile e totalmente sorprendente, se la logica che la ispira non fosse in armonia con il populismo di convenienza che caratterizza la lotta per la sopravvivenza del governo dimissionario. Il nuovo disegno di legge di Podesta' e' facilmente descrivibile come ®la madre di tutti gli ope legis¯. Esso semplicemente prevede una pressoche' automatica conversione in professori ordinari dei piu' anziani tra i ricercatori universitari e di pressoche' tutti i professori associati, fatta eccezione per quelli che in questo ruolo sono entrati per libero concorso, anziche' per sanatoria precedente. Di fronte a simili proposte e' inutile discutere degli svantaggi e illustrare gli sconquassi che ucciderebbero scienza e cultura per alcuni lustri. Giova solo mettere in evidenza la per altro fin troppo scoperta logica ispiratrice: 1) la selezione in base al merito non esiste; 2) coloro che hanno vinto due o tre gradi di libero concorso pubblico sulla base del proprio curriculum, sudato nell'agone internazionale, sono deplorevoli lobbisti della prima Repubblica; 3) i nuovi professori ordinari, promossi ope legis, senza verifica di merito, sarebbero, forse - ma chi puo' garantirlo? - una utile folla di clien tes della seconda Repubblica. Benche' l'attenzione dell'opinione pubblica sia in questo momento focalizzata soprattutto su temi politici piu' generali, mantenere alta la guardia sui problemi dell'Universita', della cultura e della ricerca, ritengo sia un dovere imprescindibile, in quanto e' in questo campo che si giocano i destini a lungo termine della nostra societa'. Pietro Fre' Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, Trieste