DATA 19/07/1995 PAGINA 2 TIPO TuttoScienze Titolo FISICA DI FRONTIERA Queste simmetrie spiegano il mondo AUTORE FRE' PIETRO ARGOMENTI fisica NOMI STROMINGER ANDREW, WITTEM EDWARD ORGANIZZAZIONI CENTRO INTERNAZIONALE DI FISICA TEORICA LUOGHI ITALIA, TRIESTE (TS) SUBJECTS physics SI e' svolta, di recente al Centro Internazionale di Fisica Teorica di Trieste, una conferenza su ®Dualita' e simmetrie speculari¯ alla quale hanno contribuito una trentina fra i piu' noti fisici teorici di tutto il mondo impegnati nella ricerca sulla teoria delle ®stringhe¯, sulla gravita' quantistica e sull'unificazione delle interazioni fondamentali. Il ®Los Angeles Time¯ ne ha dato ampia notizia, titolando ®U.C. Physi cist makes major advances in string theory¯, cioe' un fisico dell'Universita' di California (Andrew Strominger del campus di Santa Barbara) fa notevoli progressi nella teoria delle stringhe. Nella stessa pagina il giornale riportava un'intervista con Edward Witten, forse il piu' autorevole teorico contemporaneo, anch'egli a Trieste, che definiva il convegno ®il piu' denso di nuovi sviluppi degli ultimi anni¯. Che cosa e' avvenuto negli ultimi mesi per produrre una scarica di adrenalina nelle vene della comunita' scientifica dedita a questo tipo di studi? E che che cosa sono le dualita' e le simmetrie speculari? Per capirlo conviene rifarci a una storiella che quasi tutti i fisici conoscono. Un signore rientra tardi la sera e ne trova un altro che cerca affannosamente sotto un lampione le chiavi di casa, cadutegli di mano. Il primo signore si offre di aiutare il secondo nella sua ricerca e, dopo dieci minuti di vani tentativi, gli chiede se e' ben sicuro di aver perso le chiavi precisamente in quel luogo. La risposta e' no. ®Allora perche' le cerca proprio qui?¯ chiede il primo. ®Perche' qui c'e' luce!¯ risponde il secondo. Le chiavi perse sono da identificarsi con la soluzione esatta di un problema dinamico; la luce del lampione e', invece, la teoria delle perturbazioni che i fisici usano costantemente la' dove le soluzioni esatte non sono disponibili, cioe' nel novantacinque per cento dei casi. Invece di risolvere il problema dinamico vero se ne considera un altro che e' esattamente risolubile e poi si arguisce che le soluzioni esatte di quello vero differiscono dalle soluzioni di quello fittizio per contributi piccoli che possono essere calcolati approssimativamente ad ogni ordine di precisione desiderato. Benche' la teoria delle perturbazioni abbia enormi meriti e abbia consentito di stabilire un accordo perfetto tra previsioni teoriche e dati sperimentali in molti importanti casi, ad esempio in elettrodinamica quantistica, nella teoria, cioe', dell'interazione tra gli elettroni e i quanti di luce, e' ben noto che vi sono fenomeni fisici rilevantissimi che sono intrinsecamente non perturbativi. In altre parole, non sono accessibili al metodo perturbativo, benche' possano essere spiegati da teorie gia' esistenti, qualora si riesca a trovarne le soluzioni esatte. Un esempio tipico sono le onde solitoniche che possono prodursi nelle acque basse e che furono, per la prima volta, osservate da un cavaliere del secolo scorso che ne insegui' una a lungo, cavalcando sulla riva di un canale. Esse corrispondono a soluzioni esatte delle equazioni dell'idrodinamica che non possono ottenersi in alcun modo perturbando le soluzioni corrispondenti allo stato di quiete dell'acqua. Un problema fondamentale in ogni tipo di disciplina fisica e' dunque lo studio di strategie atte a stabilire un controllo sui fenomeni non perturbativi. Senza di questo, il nostro grado di conoscenza e' pressoche' nullo. Puo' essere che possediamo gia' la corretta teoria dinamica, ma, non sapendola risolvere, non sappiamo estrarre altro che una parte limitatissima delle predizioni fisiche in essa codificate. Siamo cioe' nella situazione del signore che cerca le chiavi sotto il lampione. Le trasformazioni di dualita' sono, dove applicabili, una delle strategie di successo per controllare la fisica non perturbativa. Per quanto possa apparire sorprendente, accade talvolta che esistano coppie duali di teorie tali che i fenomeni non perturbativi della prima corrispondono a quelli perturbativi della seconda e viceversa. In questo caso e' possibile risolvere completamente entrambe le teorie usando la luce del lampione, cioe' il metodo perturbativo. Per rifarci all'esempio idrodinamico, la teoria duale e' quella dove il ruolo delle gocce d'acqua e delle onde solitoniche viene scambiato. Nello scenario duale le onde, anziche' montagne di gocce d'acqua che si muovono solidarmente, sono viste come entita' elementari e sono al contrario le gocce d'acqua che devono essere considerate come la sovrapposizione di un numero grandissimo di onde. Vari esempi di coppie duali sono noti da tempo, ma generalmente in sistemi fisici relativamente semplici dove la dimensionalita' rilevante dello spazio e' una o al piu' due (moti su di una retta o in un piano, per spiegarci approssimativamente). La grande novita' degli ultimi mesi e' che si sono scoperte intere classi di coppie duali nell'ambito delle due piu' complesse e ambiziose teorie fisiche esistenti: la cromodinamica quantistica, la teoria dei quark e dei gluoni che descrive le interazioni nucleari e la teoria delle superstringhe che e' supposta descrivere la gravita' quantistica e la sua unificazione con tutte le altre interazioni fondamentali. Gli esempi trovati non sono ancora realistici perche' corrispondono a versioni idealizzate e molto simmetriche delle teorie citate, ma fanno sorgere giustificate speranze che un controllo sulla fisica non perturbativa sia possibile e forse a portata di mano. Molto rozzamente possiamo dire che cio' che nell'esempio idrodinamico era lo scambio di gocce d'acqua e onde solitoniche e' nella quantocromodinamica lo scambio di particelle elementari portatrici di cariche ®elettriche¯ con ®monopoli magnetici¯; nella teoria delle stringhe, invece, lo scambio coinvolge oltre ai monopoli magnetici anche i buchi neri. Vi e', come si vede, di che eccitare la fantasia non solo dei teorici teoretici, come sogliono ora definirsi i fisici dediti a questi studi, ma anche dei registi di fantascienza. Fa piacere notare che il contributo italiano a questo nuovo capitolo scientifico e' ingente. L'articolo di Seiberg e Witten dell'estate scorsa, che diede un decisivo impulso a questi studi, fu preceduto di poco da un lavoro di Girardello (Universita' di Milano), Porrati (Universita' di New York) e Zaffaroni (studente Sissa) che, pur seguendo una via alquanto diversa, mira nella stessa direzione. Ai recentissimi risultati presentati a Trieste, oltre a Strominger (Santa Barbara, California), Harvey (Chicago University) e Vafa (Harvard University), hanno contribuito in particolare Ferrara del Cern e gruppi italiani con base a Torino e Trieste: fra gli altri, Narain e Gava, organizzatori della conferenza. Pietro Fre' Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, Trieste