"Clima e politica": la conferenza di Sir David King a Torino

Torino, 22 febbraio 2008

Venerdì scorso Sir David King, professore di chimica-fisica a Oxford ed ex consulente scientifico del governo britannico, ha inaugurato la mostra sui cambiamenti climatici al Museo di Scienze Naturali di Torino intitolata “I tempi stanno cambiando”. Si tratta per King della terza occasione negli ultimi tre anni in cui ha visitato Torino: un anno fa, a settembre, aveva infatti conseguito la laurea honoris causa in Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, l'undicesima della sua brillante carriera. 


Stime relative agli ultimi 60 milioni di anni dell'abbondanza dell'isotopo pesante dell'ossigeno (18O), da cui si può dedurre una stima dell'andamento della temperatura media globale (meno 18O significa più caldo), in alto, ed andamento di temperatura media globale e concentrazione atmosferica di anidride carbonica dedotte dalle misure di Vostok e relative agli ultimi 400000 anni (in basso). Da Fedorov et al, Science 312 (2006) 1485.

Distribuzione di probabilità delle temperature nel prossimo secolo in funzione dei valori di CO2. Da Hadley Centre.

Stima del numero annuo di persone colpite da alluvioni entro il 2080 secondo tre diversi scenari di emissioni.

Andamento delle emissioni nel prossimo secolo e variazioni nelle curve di crescita stabilizzando le emissioni. Da Defra.

Evidenza del fatto che, se si lascia passare il tempo, per mantenere le concentrazioni sotto una soglia prestabilita, occorre abbattere maggiormente le emissioni. Da Stern review.

Relazione tra prodotto interno lordo (GDP) ed emissioni per la Gran Bretagna e gli USA. Da Defra e-Digest of Environmental Statistics.

La proposta di King per abbattere le emissioni.

L'ultimo libro di Sir David King.

King è attualmente impegnato in un ambizioso progetto didattico in Gran Bretagna: l'insegnamento di un corso sui cambiamenti climatici agli studenti di tutta l'università, per qualunque indirizzo, con l'idea di esportarlo a tutte le università. Quindi, il suo obbiettivo è che non soltanto i laureati in materie scientifiche ma tutti i laureati seguano un corso su questo argomento ed abbiano pertanto le idee chiare in materia. Un progetto veramente ambizioso che non sarebbe male poter esportare anche in Italia...

Nella nuovissima sala conferenze del Museo, inaugurata per l'occasione, dopo un'introduzione sulle sfide del 21° secolo e sul bilancio energetico planetario, Sir David King ha evidenziato come, negll'ultimo milione di anni, i carotaggi glaciali antartici di EPICA abbiano evidenziato un andamento pressoché parallelo della concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera e della temperatura media del pianeta, ad eccezione degli ultimi due secoli: attualmente, infatti, l'incremento di anidride carbonica ha raggiunto livelli che, secondo i proxy data oceanici, furono raggiunti in precedenza ben tre milioni di anni fa. In tale epoca, tuttavia, si stima che le temperature fossero largamente superiori a quelle attuali (non esistevano le coltri glaciali, presumibilmente), e comunque l'uomo moderno non c'era. 

King ha dedicato alcuni minuti a presentare le proiezioni future dell'IPCC, che mostrano che le temperature di equilibrio previste per diverse soglie di concentrazioni di anidride carbonica sono superiori a quelle attuali: anche nel caso più favorevole possibile, cioè se si riuscisse a stabilizzare i livelli di anidride carbonica in atmosfera a 450 ppm (questo potrebbe succedere soltanto azzerando da subito le emissioni, scenario improbabile), ci sarebbe sempre un 20% di probabilità di avere una temperatura media globale del pianeta superiore a quella attuale di 4°C. Del resto, le misure in Groenlandia mostrano che la coltre glaciale sta fondendo molto più rapidamente di quanto previsto dai modelli, così come il livello dei mari è in aumento in tutto il mondo, e la banchisa artica, d'estate, ha ridotto la sua estensione di oltre la metà. L'innalzamento di livelli del mare, da solo, è un problema che potrebbe causare danni economici e disagi sociali fortissimi, visto che decine di milioni di persone vivono in prossimità delle coste, soprattutto nel sud-est asiatico (Bangladesh, India, Indonesia, ecc.). Ma anche l'incremento degli eventi estremi, in particolare delle precipitazioni intense, può costituire un serio problema in certe aree: uno studio eseguito da King stesso ha infatti mostrato che, in Inghilterra, il numero di eventi alluvionali potrebbe aumentare drasticamente.

Nalla seconda parte del suo intervento, King ha accennato ai risultati del suo lavoro come consulente governativo: collaborando con altri scienziati, ingegneri, economisti, ha suggerito al governo britannico quali politiche attuare per gestire i cambiamenti climatici che si verificheranno nei prossimi anni. La proposta, approvata dall'Unione Europea, di ridurre nei prossimi anni del 20% le emissioni è uno dei risultati di questo lavoro. King ha inoltre evidenziato come alcuni risultati positivi siano già stati ottenuti in Gran Bretagna, e come nello stesso periodo l'economia britannica sia cresciuta del 40%, a dispetto di chi teme che le politiche di abbattimento dei gas serra possano danneggiare il benessere delle nazioni.

King si è soffermato sulle emissioni di CO2 da combustibili fossili, mostrando le previsioni per la domanda mondiale nei prossimi decenni e facendo vedere come una stabilizzazione a 450 ppm comporti una pressochè immediata inversione di tendenza nella crescita delle emissioni (picco nel 2010, e diminuzione successiva del 6-10% all'anno), mentre per una stabilizzazione delle emissioni a 550 ppm ci sia ancora qualche anno di tempo (picco nel 2020, e diminuzione successiva del 1-2.5% all'anno). Tuttavia, King ha anche evidenziato come, nel frattempo, la popolazione mondiale continuerà a crescere fin verso i 9-10 miliardi di persone, e come questo fatto, unitamente alla auspicabile crescita delle economie dei paesi più poveri, potrebbe comportare di per sé una crescita delle emissioni globali.

In conclusione, King ha mostrato le diverse politiche perseguite in Gran Bretagna e negli Stati Uniti negli ultimi anni per quanto riguarda gli investimenti nel settore energetico ed ambientale: negli USA, il prodotto interno lordo e le emissioni di CO2 sono cresciute di pari passo negli ultimi 18 anni, mentre in Gran Bretagna le due curve sono disaccoppiate: il prodotto interno lordo è cresciuto (leggermente meno rispetto a quello americano) ma le emissioni sono fortemente diminuite. King ha anche evidenziato come, in Gran Bretagna, le compagnie petrolifere (BP, Shell) e le case automobilistiche (Rolls Royce, Caterpillar) siano in prima linea nel promuovere e finanziare ricerche sugli investimenti energetici (hanno investito su questo argomento un miliardo di sterline per dieci anni). 

Le soluzioni suggerite al governo britannico da King al fine di abbattere le emissioni di gas serra nel prossimo cinquantennio sono: lo sviluppo di energie rinnovabili, l'incremento dell'efficienza energetica, il nucleare, CCS, l'ottimizzazione dei trasporti, la generazione di energia decentralizzata anche mediante lo sviluppo di microcentrali (cioé il fatto che anche i privati possano generare energia), CHP, ed eventuali tecnologie future al momento non individuabili.

Secondo King, le opportunità del mercato saranno dell'ordine di almeno 500 miliardi di dollari entro il 2050, se il mondo risponderà ai cambiamenti climatici alla scala richiesta dalle attuali proiezioni. Il mercato globale dei soli beni e servizi ambientali dovrebbe crescere dai 548 miliardi di dollari (nel 2004) a 800 miliardi di dollari (nel 2015). Infine, non va dimenticato lo schema del mercato delle emissioni in Europa (EU Emissions Trading Scheme), per il quale Londra è il centro leader in Europa relativamente al carbonio, con un valore di mercato superiore a 9 miliardi.

King ha anche evidenziato come, oltre ai provvedimenti assunti dai governi, anche i singoli cittadini possono fare la loro parte. In primis sollecitando i politici, o esprimendo il loro voto verso chi promette di occuparsi di queste tematiche. Ma anche impegnandosi in prima persona per innescare un profondo cambiamento culturale: l’oggetto della nostra ammirazione non dovrà più essere il Suv ultra-potente e super-inquinante, ma l’abilità nel risparmiare energia. E siccome la cultura riguarda ciascuno di noi, saranno le nostre scelte quotidiane a fare la differenza.

L'ultima diapositiva King l'ha dedicata al suo ultimo libro, dal titolo "The hot topic", scritto insieme a Gabrielle Walker e caldamente consigliato a chi volesse approfondire questi argomenti.

Durante il dibattito, gli è stato chiesto se, a suo giudizio, la politica della Casa Bianca americana in campo ambientale potrebbe cambiare con il nuovo presidente, visti i programmi degli attuali candidati. King ha risposto che sia la Clinton sia Mc Bain hanno mostrato di voler cambiare rotta rispetto all'amministrazione attuale, mentre per quanto riguarda Obama, pur non essendosi pronunciato in merito, c'è da presumere che anch'egli, se eletto, cambierebbe politica rispetto ad adesso. C'è quindi la speranza che, chiunque sia il nuovo presidente americano, sulla falsariga di quanto avvenuto in Australia, anche gli USA cambino politica per quanto riguarda l'atteggiamento verso i cambiamenti climatici. Tra le molte interessanti domande, vorrei citare questa: "Cosa risponde agli scettici ed ai negazionisti?". La risposta è stata chiara: "ci sono due categorie di persone che negano i cambiamenti climatici; quelli appartenenti alla prima non hanno mai pubblicato articoli su riviste scientifiche internazionali di alto livello, ma solo sui giornali; gli altri sono solo persone che vogliono ingannare la gente".

La prossima conferenza, "Comprendere il clima: metodi e strategie della scienza di fronte alla complessità", sarà tenuta dal dr. Antonello Pasini, dell'Istituto sull'inquinamento atmosferico del CNR, il prossimo 10 marzo, sempre alle 17.45, al museo.